Fibra Ottica Ecosostenibile. Sinergia tra Rivoluzione Digitale ed Ecologica
Sostenibilità dei materiali utilizzati
Un cavo di fibra ottica è formato da sottilissimi filamenti trasparenti in fibra di vetro, per la precisione in silicio, tenuti insieme in una piccola guaina di materiale isolante. Quello che, invece, tutti noi conosciamo come ADSL utilizza filamenti in rame, ampiamente impiegato come materiale per le infrastrutture di telecomunicazioni, in particolare per la rete telefonica. Dal punto di vista ambientale, il rame richiede molta energia per la sua produzione e lavorazione, va da sé che il suo utilizzo comporti l’emissione di ingenti quantità di gas serra; inoltre, il rame è soggetto alla corrosione e richiede interventi di manutenzione costanti per mantenere la qualità del segnale.
Il processo di produzione del vetro, invece, nonostante richieda alte temperature, richiede un processo di produzione molto più sostenibile dal punto di vista ambientale, poiché i materiali utilizzati nella produzione si trovano in abbondante quantità sul pianeta e possono essere riciclati.
Meno manutenzione significa più Green!
La fibra ottica richiede dunque molta meno manutenzione rispetto al collega in rame (ovviamente è fondamentale un partner affidabile per la manutenzione), poiché il vetro utilizzato è un materiale molto più resistente all’usura del tempo e degli agenti ambientali. Ciò equivale anche a un minor numero di guasti e ad una conseguente minore necessità di interventi, potenzialmente dannosi per l’ambiente, per mantenere la qualità del segnale e per prevenire la corrosione .
Basso impatto ambientale grazie alle tecniche di cablaggio
L’ecosostenibilità della fibra ottica non si circoscrive al mero materiale ma passa attraverso anche le tecniche di cablaggio e messa a terra della stessa. Esistono diverse pratiche che mirano a ridurre al minimo l’impatto della fibra sull’ambiente:
- Minimizzazione dell’impatto sulla flora e fauna selvatiche durante la posa della fibra. Ciò significa evitare di interrompere i corridoi ecologici, ridurre l’uso di pesticidi, utilizzare attrezzature a basso impatto ambientale, e valutare attentamente il percorso della posa per minimizzare gli impatti ambientali, preferendo, in primis, infrastrutture già presenti.
- Utilizzo di materiali riciclati o biodegradabili. Ciò significa adottare pratiche sostenibili per la produzione, il trasporto e la gestione dei materiali utilizzati per la posa della fibra ottica.
- Uso di tecnologie a basso consumo energetico. Ciò significa utilizzare tecnologie di rete a basso consumo energetico e, quando possibile, utilizzare fonti di energia rinnovabile per alimentare le infrastrutture.
- Valutazione degli impatti ambientali durante tutto il ciclo di vita del sistema. Ciò significa prendere in considerazione le conseguenze sull’ambiente del sistema di cablaggio della fibra ottica durante la progettazione, la costruzione, l’uso e la fine della vita delle infrastrutture.
Rivoluzione digitale e rivoluzione ecologica vanno di pari passo
La digitalizzazione di servizi ed infrastrutture porta diversi benefici ambientali, quali, ad esempio:
- Riduzione dell’utilizzo di carta e quindi del taglio degli alberi, dell’uso dell’acqua e dell’energia necessaria per produrla.
- Riduzione delle emissioni di gas serra causate dalla produzione, stampa, trasporto e smaltimento della carta.
- Riduzione della quantità di rifiuti prodotti e quindi del volume di rifiuti destinati alle discariche.
- Riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili per il trasporto di documenti e beni fisici, grazie alla possibilità di trasferire informazioni e dati in modo digitale
- Riduzione delle emissioni di gas serra causate dagli spostamenti dei lavoratori e dei clienti, grazie alla possibilità di lavorare e fruire dei servizi da remoto
Come il lavoro agile riduce il consumo di risorse
La digitalizzazione ha avuto un ruolo chiave nell’incentivare il lavoro agile e nel contribuire all’emissione di gas serra. La fibra ottica ha permesso di aumentare la velocità e la stabilità della connessione Internet, consentendo così alle persone di lavorare da remoto in modo più efficiente. Lavorare da remoto significa evitare un numero considerevole di spostamenti quotidiani, con conseguente riduzione di emissioni di CO2. I dipendenti che lavorano da remoto possono evitare il traffico stradale, l’utilizzo di mezzi di trasporto privati e il consumo di carburante, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra. Inoltre, la possibilità di lavorare da remoto può anche ridurre la necessità di costruire e mantenere grandi edifici per uffici, che richiedono energia per il riscaldamento, l’illuminazione e la climatizzazione. Invece, i dipendenti in smart working possono utilizzare le proprie abitazioni come ufficio, riducendo così la necessità di edifici dedicati e il consumo di energia associato.
I Trasferimenti di dati e le relative emissioni
Calcolare le emissioni di CO2 prodotte da un trasferimento dati mensili informatici dipende da diversi fattori, come la fonte di energia utilizzata per alimentare i server e la rete, l’efficienza energetica dei dispositivi utilizzati per l’accesso a Internet e la distanza geografica tra il server e l’utente. Tuttavia, possiamo fare un esempio approssimativo per illustrare l’ordine di grandezza delle emissioni associate al trasferimento di dati.
Esempio pratico:
Assumiamo che un utente medio effettui un trasferimento dati mensili di 100 GB, ovvero 100.000 MB. Secondo uno studio dell’Università di Harvard, il consumo medio di energia per la trasmissione di un gigabyte di dati in modalità wireless è di circa 19 wattora (Wh) mentre la trasmissione via cavo richiede circa 4 Wh per gigabyte (GB) trasmesso.
In questo caso, supponiamo che i dati vengano trasmessi attraverso una connessione cablata ad alta velocità come la fibra ottica, che richiede una quantità di energia inferiore per trasmettere i dati rispetto alle tecnologie wireless. Assumiamo che la connessione utilizzi un server che utilizza un mix di fonti energetiche, compreso il 30% di energia rinnovabile.
In questo caso, il trasferimento mensile di 100.000 MB di dati produrrebbe circa 0,007 kg di CO2. Questo valore è calcolato assumendo che il mix di energia utilizzato dal server abbia una produzione di 0,48 kg di CO2 per kilowattora (kWh), che è la media europea. Questo valore può variare in base alla regione in cui si trova il server e alla composizione del mix energetico utilizzato. È importante notare che questo è solo un esempio approssimativo e che le emissioni effettive possono variare notevolmente a seconda delle specifiche del server e della rete utilizzati. Tuttavia, ciò illustra il fatto che la scelta di tecnologie ad alta efficienza energetica, come la fibra ottica, e la scelta di fonti energetiche rinnovabili possono contribuire a ridurre l’impatto ambientale del trasferimento di dati.